A coronamento del pulpito è lo stemma del vescovo Mangino. Ai piedi dell'arco trionfale sono poste le due grandi statue lignee di San Pietro a sinistra, e San Paolo a destra.
La volta della crociera raffigura il Trionfo di San Michele Arcangelo sul demonio, firmato e datato "L.i Tagliatatela 1944".
L'opera appartiene alla fase tarda dell'artista e fu realizzata in seguito ai danni subiti nel bombardamento dell'agosto 1943.
Ai lati dei pilastri che precedono l'abside, nonché ai lati degli ingressi alla cripta, sono posti due monumentali candelabri. Nella cripta è custodita una creazione scultorea in bronzo e marmi di don Battista Marello intitolata Discentio ad Inferos.
In alto sui lati del terzo arco sono raffigurati: sulla sinistra San Prisco, e sulla destra Sant'Augusto, i due più antichi vescovi locali. Nell'intradosso da sinistra a destra si riconoscono Baruch, Oseas, Joel e Michaeas. Dalle estremità laterali del terzo arco partono i due archi di accesso ai cappelloni del transetto. Sull'arco a sinistra sono raffigurati San Marco e San Giovanni, divisi da un medaglione in cui si legge: "UNUS EST DEUS". Il suo intradosso racchiude le figure di Melchisedec ed Abraham. Sull'arco di accesso al cappellone destro si vedono San Matteo e San Luca, con al centro un medaglione "QUIS UT DEUS". Nell'intradosso sono raffigurati Aronne e Simeon.
L'ultimo arco dell'abside è decorato nell'intradosso con le figure di Isaia, Jeremias, Ezechiel e Daniel ed in parte cela la piccola calotta affrescata con un girotondo di angeli con al centro l'Occhio di Dio nel triangolo della Santissima Trinità.
Il presbiterio è suddiviso in due parti: il coro e l'abside, ed è coperto da una volte a botte a cassettoni e losanghe. Sulla parete concava dell'abside si osservano i cinque affreschi commissionati nel 1843 ad altrettanti artisti della Reale Accademia di Belle Arti di Napoli. Da sinistra a destra sono: la Resurrezione di Lazzaro di Francesco Oliva, la Resurrezione del figlio della vedova di Naim di Filippo Marsigli, l'Ultima Cena di Giuseppe Cammarano, la Guarigione del paralitico di Gennaro Maldarelli ed infine la Pesca miracolosa di Camillo Guerra. Al di sotto del primo e dell'ultimo affresco sono collocati gli stalli lignei del coro.
L'altare maggiore nel corso degli anni ha subito svariate trasformazioni. Oggi si osserva sul fondo l'antico altare in marmi policromi con portelle laterali, sormontate da timpani triangolari progettato dall'architetto Patturelli; ed in primo piano il nuovo altare, realizzato, a seguito delle norme del Concilio Vaticano II, da don Battista Marello ed inaugurato il 12 settembre 1997. Il pannello centrale rivolto al popolo è reso ancor più prezioso dalla croce incisa dal pontefice Giovanni Paolo II nella sua visita alla città del 23 maggio 1992. In quell'occasione il papa, alla presenza del vescovo Nogaro, impresse in una matrice il segno della croce sigillandolo con il proprio monogramma "JP II". Il paliotto posteriore raffigura Cristo Benedicente. Alle spalle della mensa è posto un pregevole seggio ligneo a tre sedute, con inciso alla sommità dello stallo centrale lo stemma del vescovo Cosenza.